Rimini | Pizzolante(Pdl) si ricandida: Il trc, opera inutile, toglie soldi all’aeroporto. La sintesi di 5 anni a Roma
“Il trc è un’opera inutile e succhierà molti soldi: quelli che potrebbero, invece, essere usati per l’aeroporto che rischia di morire a causa della mancanza di investimenti”. La lotta al trc è uno dei diciotto punti in cinque anni del lavoro di Sergio Pizzolante, deputato riminese del Pdl a Roma, “da e per Rimini”.
Il parlamentare, che si appresta a essere ricandidato (i nodi sulle liste saranno sciolti entro il 21 del mese), dei risultati a Roma li ha ottenuti, come dimostrano i casi di Parma e Bologna. Con una norma del 2009 i finanziamenti previsti per specifiche opere pubbliche in legge obiettivo possono essere riconvertiti su altre opere attinenti lo stesso scopo (in questo caso la mobilità). Le risorse statali sarebbero quindi potute dirottare in opere per la mobilità quelle degli enti locali nell'aeroporto.
“Ho lavorato molto per questo risultato, purtroppo ne hanno usufruito Parma e Bologna e non Rimini. Non, come hanno detto gli amministratori locali, perché non fosse possibile, ma perché per loro si tratta di un’opera strategica per la città. Noi, invece, l’abbiamo combattuta perché la riteniamo dannosa, una terza barriera in città”.
Con accanto il coordinatore provinciale del Pdl Fabrizio Miserocchi, il consigliere provinciale Claudio Di Lorenzo, il capogruppo in consiglio comunale Alessandro Ravaglioli e in platea nella sede di via Bonsi Giuseppina Morolli della Uil, Mauro Gardenghi della Confartigianato, Giorgio Mussoni di Oasi e il sindaco di Bellaria Enzo Ceccarelli, nonché consiglieri comunali e decine di simpatizzati, Pizzolante ha parlato di lavoro stagionale e norme per locali notturni e vendita alcolici, di buoni vacanza e proroghe antincendi per gli alberghi, di fiera e palas, di concessioni demaniali e della crisi Scm, finanche della liberazione di Luca Zanotti e del ritorno a casa della piccola Shadia.
Ha parlato di lavoratori frontalieri e dei rapporti tra Italia e San Marino che “una volta fuori dalla black list sarà la più grande infrastruttura del nostro territorio, attrattore di investimenti e di iniziative imprenditoriali, una grandissima occasione sia per noi romagnoli sia per i marchigiani”. Ha parlato di sicurezza, cooperazione sociale, piccole opere, riforma del mercato del lavoro.
Pizzolante si è anche soffermato sull’annessione dei sette comuni della Valmarecchia (“con il Pd contrario, abbiamo reso Rimini da piccola città provincia litoranea a grande provincia italiana”) e sull’abortito riordino istituzionale.
“Ho contribuito affinché non fosse abolita solo la Provincia di Rimini in Romagna, come sarebbe dovuto essere con i criteri fissati nella prima bozza mandandola direttamente sotto Forlì. Chiedendo di rivedere i criteri per il mantenimento, per cui tutte e tre sarebbero state abrogate, ho permesso a Rimini di competere in condizioni di parità con le altre romagnole nel momento in cui si sarebbe dovuto andare a portare a casa un obiettivo qualsiasi, dalla sede del capoluogo alla Prefettura, piuttosto che la Questura o la Camera di commercio. Ho fatto approvare dalla Camera dei deputati un odg che ne permetteva la sede in luoghi diversi dal capoluogo”.
In generale del riordino istituzionale, Pizzolante pensa non si sia trattato di una buona legge. “Penso che più che abolire le Province sia arrivato il momento di abolire le Regioni”, dice. “Penso a uno scenario con un solo livello istituzionale tra Comuni e Stato, con meno Province, non oltre una cinquantina, e più grandi, come per esempio la Provincia Romagna, ma si tratterebbe di un progetto mastodontico e per ora non mi ci addentro”.